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ANGELI E DIO

14.03.2015 20:14

Gli angeli e Dio

 

« I cherubini stanno accanto alle sante
  Chayyot: le loro ali sono alte quanto le loro teste, la Shekhinah si trova sopra i loro
  dorsi e lo splendore della Gloria sopra i loro volti. Inni e lodi sono sulle
  loro bocche e delle mani [appaiono] sotto le loro ali ma i loro piedi sono
  nascosti da esse e corna maestose sovrastano i loro capi. Lo splendore della
  Shekhinah sta sopra i loro visi e la Presenza di Dio è sopra i loro
  dorsi »


 


 

(El'azar da Worms,  Il segreto dell'Opera della Creazione)


 

Anche il versetto gli angeli sono tenuti in vita solamente dallo
splendore della Sua presenza
(Esodo R. 32. 4): essi ricevono il proprio "cibo
celeste"
nella rivelazione di Dio nella Shekhinah e,
nel momento in cui essa scende per nutrirli, si coprono il volto per non
osservare a lungo la sua essenza; si racconta infatti che i due figli di Aronne Nadav

ed Abiu morirono per aver osservato a lungo ed in modo troppo profondo

 l'Essenza di Dio nella rivelazione della Shekhinah.

Nei testi dei profeti del Tanakh vengono descritti molti ordini angelici che
salgono assieme alla Shekhinah. L'elevatezza degli angeli è dovuta al
loro timore di Dio.

Nelle discussioni dei maestri ebrei risulta che gli angeli non possono
ribellarsi alla Volontà divina in quanto direttamente legati ad essa e perché
mancanti del libero arbitrio.

Il numero degli angeli è quasi infinito; con la distruzione del Tempio di

Gerusalemme il numero degli angeli è diminuito e persino due ali dei

 serafini sono state accorciate, motivo per cui il profeta Ezechiele ne

contò quattro anziché sei; a causa di questo evento anche il loro canto

 si fece più fievole. Si parla di 248 angeli particolari con un legame con

 la Shekhinah di maggiore rilevanza se messo a confronto con quello

degli altri: 248 è anche il numero dei precetti positivi della Torah rispetto ai 365
precetti negativi, le proibizioni. Alcune parole del Tanakh sono talvolta scritte

 in aramaico per celare qualcosa agli angeli che comprendono solo l'ebraico,

sola lingua santa (Talmud: Shabbat 12b; Sotah 33). "I figli di Dio videro le figlie

dell'uomo che erano belle..." Nel Tanakh, precisamente al verso VI,2 di

Bereshit (Genesi) viene riportato:


 

(HE)


 

« [46] ויראו בני האלהים את בנות האדם כי טבת
  הנה ויקחו להם נשים מכל אשר בחרו »


 


 

(IT)


 

« i figli di Dio videro le
  figlie dell'uomo che erano belle e si presero delle mogli (donne) fra tutte
  quelle che scelsero. »


 


 

(Bereshit (Genesi) VI,2.
  Traduzione di Alfredo Sabato Toaff in Bibbia ebraica,
  vol.1. Torino, Giuntina, 2010)


 


Gli angeli e gli uomini

 

« Chi compie una Mitzvah acquisisce un angelo,
  chi ne compie due acquisisce due angeli, chi compie più Mitzvot acquisisce
  mezza schiera di angeli »


Molti sono i casi di visione degli
stessi ad occhio nudo: per l'intensità della luce degli angeli, spesso descritti
come composti di acqua e fuoco celesti, con riferimento alla loro sostanza
celeste si usa anche la metafora di tizzoni ardenti e di fulgori e
bagliori. Esistono due livelli di visione degli angeli: il primo e più alto
riguarda la visione di essi nella forma assunta di uomini, il secondo permette
di intravederne unicamente la loro sostanza celeste luminosa. Ad esempio di ciò
sono Avraham, del primo livello, e Lot
che poteva intravederne le fattezze celesti più semplici.

Per la manna vi è la metafora della sua produzione tramite
il "sudore" dell'ordine angelico delle Chayyot: queste, a capo delle
quali sta l'angelo principe della Merkavah Metatron, sono legate alla Shekhinah
ad uno dei livelli più alti tra tutti gli angeli.

Al passaggio del Mar Rosso tutto
Israele poté assistere alla rivelazione della Gloria splendente di Dio
con tutti i suoi angeli:


« ognuno cantò il canto... e lo spirito santo era nella bocca di
  ognuno »

(Sefer haZohar)

 

Spesso l'entità dell'anima di alcuni uomini, se degni, può essere superiore a quella
degli angeli: gli angeli definirono Mosè Moshè
Rabbèinu
, espressione ebraica tradotta in Mosè Nostro Maestro.

Il profeta Elia, precursore
dell'era messianica, secondo i testi biblici ebbe la concessione di essere
visitato dal Signore con lo spirito santo anche per aver effettuato il tiqqun della
completa unità con la Shekhinah e tutti gli angeli, cosa che mantenne per il
resto della vita.
È scritto inoltre che, come Mosé poteva essere avvolto dalla Nube celeste,
così anche Elia "ascese al Cielo" e poi trasformato nella sua anima
in un angelo così compreso in modo eterno assoluto nell'essenza della
Shekhinah: sempre lo Zohar spiega infatti che i molti casi di apparizione del
profeta Elia a differenti maestri a distanza di secoli dalla sua ascesa sono
dovuti alla sua inclusione nell'onnipresenza dell'Eterno.
Anche Khanokh venne trasformato da Dio in un angelo ma, secondo l'esegesi
ebraica, non nell'angelo della Merkavah Metatron appunto già esistente.

Esistono poi dei veri e propri palazzi superiori o degli abissi dove sostano
alcuni angeli ad essi preposti; esistono poi gli Heikalot,
palazzi celesti il cui accesso è permesso al mistico Ebreo solo quando
egli sappia fornire le chiavi dei Nomi divini analoghe ad essi.

Dopo la liturgia dello Shabbat degli angeli accompagnano ciascun Ebreo sino al luogo
in cui poi si compierà il Kiddush.

Accanto ad ogni persona stanno due angeli, uno appartenente all'ordine degli
angeli della Giustizia divina, o del rigore, e l'altro dalla parte della
Misericordia. Secondo un'altra opinione dello Zohar alla sinistra di ogni
individuo è presente l'angelo corrispondente all'inclinazione al male mentre a
destra l'angelo corrispondente all'inclinazione al bene (cfr Yetzer
ha-ra e Yetzer haTov).

Sempre lo Zohar espone due differenti opinioni, di Rabbi Pinchas e Rabbi Shimon
bar Yochay, secondo cui accanto ad ogni individuo stanno quattro o cinque
angeli: quest'ultima opinione venne poi corretta dal primo al secondo infatti
gli venne detto che il Primo è il Creatore, ovvero Dio
(Sefer
haZohar
221).

Secondo Nachmanide
è proibito anche parlare ad essi.


Il tribunale celeste

Chaim Luzzatto (Derech haShem) spiega
che i giudizi sugli individui e su ogni cosa avvengono Sopra similmente a come
avvengono nei regni Terreni, seppure con attuazione e realizzazione differenti:
sono presenti una difesa ed un'accusa costituite entrambe da angeli ed il
verdetto dipende da differenti fattori tra loro collegati; una qualsiasi azione
a prima vista potrebbe sembrare infatti negativa o positiva ma essa viene
giudicata secondo il contesto e gli elementi associati. Gli individui possono
inoltre essere giudicati nella propria interezza o per azioni specifiche.
Spesso Dio dispone il caso affinché venga giudicato secondo verità dagli
angeli, comunque da Lui governati, altre volte è Lui stesso a stabilirne il
verdetto.


« Yehudah ben Tibbay soleva dire:
  "Quando giudichi non dare consiglio ad una delle parti... quando le
  parti sono dinanzi a te considerale colpevoli ma quando si sono allontanate
  da te considerale innocenti: hanno accettato la sentenza" 

(Pirqei Avot)


Secondo la tradizione ebraica il giudizio divino sugli individui avviene
quattro volte ogni anno pur in considerazione di giudizi individuali in
qualsiasi momento nel corso dell'anno soprattutto se devono essere assegnate
ricompense per meriti o punizioni per trasgressioni che necessitino di un
verdetto immediato.